Fa anys que estic enamorada de l'art i d'Itàlia, que somnio en estar on estic ara... com acabarà?

Sono innamorata dell'arte e dell'Italia da sei anni fa, e sognavo stare dove sono adesso... come finirà?

domenica 6 maggio 2012

LA CASA VASARI A FIRENZE


Borgo Santa Croce è una delle stradine che ci conducono alla chiesa di Santa Croce nell’omonimo quartiere. Nessuno però, semplicemente passandoci può accorgersi che in uno di quei palazzi ci fu la casa-studio del aretino Giorgio Vasari. In effetti, nel numero 8 troviamo un palazzo con una facciata cinquecentesca però questo palazzo è oggi una propietà privata quindi nessun indizio ci fa pensare che ci sia l’abitazione fiorentina di questo grande artista e biografo.
La “casa” è solamente visitabile rivolgendosi presso il Museo Horne in Via dei Benci dove hanno un accordo con i propietari attuali per aprirla i venerdì, sabato e domeniche in ore concertate con una guida del museo che ci accompagna.
Scrivo “la casa” perchè originalmente questa era composta, secondo i documenti dell’epoca trovati, da tre stanze e lo studio. Di questi spazi, quello che sembra era lo studio si trova nel piano terreno ed è diventato un ufficio, perciò non è nemmeno aperto al pubblico però non conserva praticamente nulla del suo aspetto d’origine tranne una pittura quasi sparita nella lunetta d’ingresso.
Nel primo piano c’è la stanza principale, che sarebbe stata quella di rappresentazione e ricevimento delle visite. Le altre stanze invece non si sa dove furono neanche se si conserva qualche traccia della presenza di Vasari dopo le numerose ristrutturazioni nel corso del tempo e forse non si saprà mai giacché tutti gli altri spazi sono appartamenti privati oppure uffici.
Allora la visita si riduce a questa stanza principale, chiamata Sala Grande, che è stata restaurata grazie all’Ente Cassa di Risparmio di Firenze dai restauratori Guido Botticelli e Gioia Germani, e presentata lo scorso mese di settembre e aperta in occasione del “Anno Vasari”, cioè i 500 anni dalla nascita del artista.
Questa casa fu la seconda e definitiva che Vasari ebbe nella città, gli fu conceduta dal Duca Cosimo I nel 1557 dopo richiesta sua per potere essere vicino al Palazzo Vecchio dove stava lavorando nella decorazione. Inizialmente l’ebbe in affitto fino a qualche anno dopo quando il Duca gliela diede in segno di riconoscenza per il suo servizio artistico, oppure più sicuramente dopo averla richiesto in propietà lo stesso Vasari.

La Sala Grande è una sala rettangolare con camino e tre grandi finestre verso la strada. Le intere pareti furono decorate con degli affreschi dalla mano dello stesso Varari e la sua bottega. Le pareti sono spartite con delle scene tratte degli episodi dalla “Naturalis Historia” di Plinio il Giovane, alternate con nicchie (la pittura simula un’architettura) dove ci sono allegorie femminili delle arti; finalmente nella parte superiore tredici ritratti di artisti nel fregio intorno a tutta la stanza. I ritratti sono alternati da putti, mentre le scene e le allegorie delle arti da erme femminilli alate che “sorreggono” il fregio. 



 
La parete che si vede giusto davanti quando si entra nella stanza è quella delle tre finestre, fra le quali ci sono due erme; e sopra le finestre i ritratti di Cimabue; Giotto e Masaccio (da sinistra a destra). 

Successivamente a mano destra troviamo una grande pittura centrale con la scena di “Zeusi dipinge Giunone come Elena servendosi delle cinque fanciulle più belle” fiancheggiata dalle allegorie dell’architettura a sinistra, e della pittura a destra. Gli artisti rappresentati sopra, nel fregio, sono Raffaello, Michelangelo, Leonardo e Andrea del Sarto.
Zeusi dipinge Giunone: racconta Plinio che i cittadini di Crotone vollero arricchire con splendide pitture il tempio di Giunone, che tanto veneravano, e fecero venire Zeusi, che si diceva era il migliore dei pittori della sua epoca.  L’artista volle dipingere la figura di Elena, la più bella delle donne conosciute quindi chiese le fanciulle più belle che avessero come modelle. Fra tutte quelle che gli portarono lui ne scelse cinque, i nomi delle quali furono celebri. Zeusi creò la bellezza perfetta (che sapeva inesistente in un solo soggetto) dipingendo la parte più notevole di ciascuna delle modelle.
La scena dipinta da Vasari e allievi, è divisa in due parti: a sinistra, il pittore sta lavorando con la sua figura femminile perfetta con una modella. Altre due accanto si stanno spogliando per prepararsi oppure vestendo perché hanno già finito. Nella parte a destra, fuori dello spazio dove lavora l’artista, altre modelle stanno arrivando e alcune donne stanno passando davanti facendo dei commenti fra di loro e una sarebbe la moglie di Vasari che lui ha messo nella scena. 


 
Nella parete dove si trova anche la porta d’ingresso, quindi quella opposta alle finestre, si rappresenta l’allegoria della Musica dentro una nicchia finta e dopo la scena di “Apelle e il Calzolaio”. Gli artisti nel fregio sono Donatello e Brunelleschi.
Apelle e il Calzolaio: Plinio racconta diverse storie sull’eccelenza del pittore Apelle. Una delle più famose era l’abitudine del artista di mostrare i suoi dipinti nella porta della suo bottega e nascondersi dietro per ascolare i commenti che la gente ne faceva. Accadde una volta che un calzolaio fece notare degli errori nella calzatura e Apelle lo corresse quella notte. La mattina dopo, quando il calzolaio ci ritornò e vide i cambiamenti, diventò orgoglioso del suo effetto sull’artista. Però si mise a criticare il modo come il pittore ebbe dipinto i piedi. A quel punto, Apelles apparve dal suo nascondiglio e disse al calzolaio di non andare oltre alle scarpe.
Nella scena di Vasari si vede il momento quando il calzolaio critica le scarpe e Apelles si trova nascosto dietro la pittura ascoltando.


 
L’ultima parete è quella dove c’è anche il camino. Nella parte superiore si rappresentano Pietro Bonaccorsi, Giulio Romano, Rosso Fiorentino e Francesco Salviati. Sotto Pietro Bonaccorsi troviamo l’allegoria della Scultura e sotto Francesco Salviati la Poesia. Sotto Rosso Fiorentino c’è il camino dove si rappresenta anche il busto dipinto di Vasari fiancchegiato di due putti con degli stemmi della sua famiglia e della sua moglie, Niccolosa Bacci.
Fra il camino e la Scultura c’è la scena “La scoperta della Pittura”, la pittura si scopre attraverso la silueta della stessa ombra.   

I ritratti degli artisti e il Restauro:




 

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