Dal XIII secolo Firenze diventò un punto importante nella via Romea perché i pellegrini ci facevano sosta. Per questo motivo la città vide accrescere il numero di pellegrini che si fermavano e che spesso avevano bisogno di assistenza. Gli ospedali, quindi, si moltiplicarano, oltrettutto lungo il percorso che collegava Firenze con Roma e Bologna, attraverso la città da Porta San Gallo a Porta Romana. I fiorentini erano orgogliosi dei suoi ospedali e della misericordia offerta a chi ne aveva bisogno.
Gli ospedali erano le strutture di assistenza gratuita per i poveri e pellegrini. C'erano anche gli ospici, quelli a pagamento.
Il primo ospedale che trovavano i pelligrini raggiungendo la città da Via Bolognese, era quello di San Gallo, appena fuori le mura, che fu fondato nel 1218 e diventò uno dei più importanti per tre secoli. Nel XVI secolo fu distrutto.
I più antichi però erano del XI secolo: l'Ospedale di San Miniato, interamente scomparso, e quello dei cavallieri di San Giovanni di Gerusalemme, il Santo Sepolcro, a destra del Ponte Vecchio.
La prima parte dell'itinerario inizia quindi da Porta San Gallo e finisce nella Loggia del Bigallo. La seconda invece parte di questo punto e ci conduce fino a Porta Romana.
La Loggia del Bigallo fu la la sede dell'Arciconfraternita della Misericordia fino alla fine del Cinquecento. Questa Confraternità presta ancora oggi assistenza agli ammalati ed è uno degli orgogli più grandi di Firenze dove tanti volontari fanno ogni giorno un lavoro d'incalcolabile valore.
Dal 1425 la Loggia fu anche la sede della Compagnia del Bigallo, dalla qualle dipendevano diversi istituti assistenziali. Per questo motivo ne prese il nome che ci è rimasto.
La prima fermata del nostro itinerario è nell'oratorio della Compagnia dei Buonomini di San Martino. Un piccolo ospedale dipinto da Ghirlandaio con delle scene delle opere della Misericordia. Uno spazio che rimane "nascosto" dagli occhi dei turisti e residenti e che, come succede spesso in questa città, ci meraviglia della sua bellezza quando lo scopriamo. Le pitture del Ghirlandaio sono state perfettamente conservate e si possono ammirare tutte le scene, di grande qualità pittorica, della principale bottega di pittura all'affresco della Firenze dell'epoca.
Dopo arriviamo all'ospedale di San Sepolcro nel Ponte Vecchio. Abbiamo già detto che era uno dei più antichi. Di questo rimane la facciata del Duecento con la croce gerosolimitana. Questa croce stradale era anche la croce della Parte Guelfa.
Dopo arriviamo all'ospedale di San Sepolcro nel Ponte Vecchio. Abbiamo già detto che era uno dei più antichi. Di questo rimane la facciata del Duecento con la croce gerosolimitana. Questa croce stradale era anche la croce della Parte Guelfa.
Attraversiamo, quindi il ponte e passiamo davanti il Palazzo Pitti fino a raggiungere Via Romana. Nel Medioevo questa via aveva tanti ospedali dei cui spesso è rimasta la porta.
Prima, però, davanti alla chiesa di Santa Felicità vediamo la colonna nella piazza che sostituì un'altra croce stradale per i pellegrini e che serviva per fare presente che c'era un ospedale vicino.
Il primo degli ospedali era quello di Sant'Antonio, eretto nel 1316. Il secondo era San Sebastiano de Bini, dell'istituzione romana di Santo Spirito di Sassia. Nel Cinquecento diventò chiesa e ne rimane la porta ad architrave con la duplice croce scolpita.
Sulla sinistra c'era l'ospedale di San Niccolò e ne rimane lo stemma della Compagnia del Bigallo.
Dagli ospedali successivi rimane sempre la porta ad architrave: San Pier Novello ("della Chiocciola"), San Lorenzo, Madonna Santa Maria e dello Spirito Santo (detto "del Piccione" per il simbolo dello Spirito Santo scolpito nel architrave della porta).
Un altro elemento importante per i pellegrini e che c'era presente spesso era la fontana. Anche le Osterie, che a l'epoca avevano nomi di fantasia, si trovavano lungo la via romea.
Un altro elemento importante per i pellegrini e che c'era presente spesso era la fontana. Anche le Osterie, che a l'epoca avevano nomi di fantasia, si trovavano lungo la via romea.
L'ultimo antico ospedale prima della porta romana (veramente l'ultimo era lo scomparso San Bartolomeo, diventato San Pietro in Gattolino, l'ubicazione non si conosce con precisione) era San Giovanni Battista della Calza. Originalmente fu dei Cavalieri di Gerusalemme ma dopo diventò sede di un convento di frati Ingesuati che avevano un cappuccio lungo a forma di calza, per questo motivo ne rimase il nome.
L'architrave della porta ha gli stemmi delle famiglie che ne furono commitenti.
La struttura è diventata un centro con diverse attività (anche gastronomiche) e il luogo di riposo dei parrochi fiorentini quando si ritirano.
Rimane la chiesa e il Cenacolo della Calza, di Francesco di Cristofano (Firenze 1482-1525) detto il Franciabigio. La sua carriera artistica fu breve e interamente a Firenze. Ebbe l'influsso di Andrea del Sarto e Da Vinci. Infatti di questo secondo ne possiamo percepire l'impatto in questo Cenacolo, l'opera più notevole di Franciabigio: secondo la leggenda, l'artista avrebbe trovato dei disegni del famoso Cenacolo di Leonardo nella bottega del grande artista, alcuni detagli della pittura ce lo possono fare credere.
Vasari fece attenzione soprattutto nelle tre finestre rappresentate nello sfondo perché queste fanno certamente vedere quello che c'è dietro in realtà: Via dei Serragli... quindi ci sarebbe una realtà in prospettiva.
Vasari fece attenzione soprattutto nelle tre finestre rappresentate nello sfondo perché queste fanno certamente vedere quello che c'è dietro in realtà: Via dei Serragli... quindi ci sarebbe una realtà in prospettiva.
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