Benozzo di Lese detto “Gozzoli”
nacque nel inverno di 1421 in una famiglia di agricoltori della zona di Badia a
Settimo. Aveva due fratelli. Il nome “Gozzoli” sembra procedere, secondo
Vasari, dal 1568 di “Ghozzolo”, molto comune in un'altro ramo della famiglia
che era rimasto nella campagna.
Non ci sono evidenze di essere
stato allievo in nessuna bottega. Ma già nel 1439 ci sono le prime notizie di
lui come artista ed artigiano, quando fu mandato nella Compagnia di San'Agnese
al Carmine per dipingere una Ascensione.
Altre opinioni dicono che fu
allievo di Giusto d'Andrea.
Però si collaborò in alto livello
con Fra Angelico nella decorazione pittorica del convento domenicano di San
Marco. /Beato Angelico.
Imparò anche da solo osservando i
diversi artisti dell'epoca a Firenze. Da Masaccio ne prese un vigoroso
plasticismo e colorismo.
Nel 1464 si trasferì a San
Gimignano dove rimase quattro anni fino a completare di affrescare la cappella
maggiore della chiesa di San Agostino. Si fece accompagnare dei suoi collaboratori:
Giovanni d'Antonio della Cecca, Giusto d'Andrea e sicuramente Pier Francesco
Fiorentino (allievo di Lippi).
Il commitente dell'opera era
Augustinian Domenico Strambi (altissima levatura intellettuale; soggiornato a
Parigi fra il 1450 e il 1457: dottore in teologia nella Sorbona), autore del
programma iconografico delle scene sulla vita di San Agostino, dalla sua
infanzia alla morte.
Nel tempo che rimase a San
Gimignano, Benozzo ricevete anche altri incarichi nei dintorni. Alcuni episodi
sono tratti dalla Leggenda Aurea di Jacopo da varagine mentre altre storie
riferite alla vita del Santo sono una chiara citazione della Lettera apocrifa
di Cirillo di Gerusalemme..
Il ciclo pittorico è composto di
tre registri di scene (18 in totale, quattro nelle lunette), una sopra l'altra
e una volta a crociera decorata con i quattro Evangelisti.
Il suo stile pittorico è
risoluto, con una base di chiarezza razionale che lo fa facilmente leggibile, e
con un'integrazione delle figure negli ambienti di paesaggio/rurali oppure
urbani che crea un equilibrio molto armonioso. Le scene, riempite con
architettura inventata oppure citata, rendono maestoso il carattere del ciclo.
Nei personaggi ci sono tanti
ritratti, una pratica che Benozzo aveva già esperimentato nella Cappella dei
Magi del Palazzo Medici e che ormai non abbandonerà.
L'arrivo della peste a San
Gimignano nella primavera di 1464 fa rinascere la devozione per San Sebastiano
in cui si credeva e veniva affidata la protezione contro questa calamità.
Per questo motivo nella
decorazione della cappella troviamo un San Sebastiano e non sarà l'unico
commissionato al pittore.
San Sebastiano Intercessore:
sopra altare Pesciolini di Sant'Agostino, per commemorare la fine
dell'epidemia. Iconografia innovativa: il santo si presenta vestito invece che
nudo, pieno di frecce come nelle rappresentazioni più comuni, in piede in un
pedestale e circondato dei devoti. La Madonna fa vedere i suoi seni e Cristo le
sue ferite al Padre Eterno. Sotto, due paio di angeli provano di rompere delle
frecce. L'Agostino dietro a sinistra sarebbe il ritratto di Strambi.
1463-1467 San Gimignano.
Chiesa di San Agostino: costruita
secondo i canoni agostiniani, fra il 1280 e 1298 con forma basilicale in
un'unica navata e tre cappelle absidiali. Rappresenta un esempio di
architettura Gotica degli ordini mendicanti in Italia.
I dipinti si produssero nel
contesto di riforma del monastero di San Agostino. L'idea era di unirsi con
l'ordine di San Salvatore in Lecceto, vicino a Siena. Il programma voleva
essere didattico sulla vita e lavoro del santo.
Strambi aiutò a Gozzoli perché
per la scelta delle scene non aveva dei modelli precedenti.
Il programma si distingue da una
semplice costruzione di scene che mostra i protagonisti nella sua realtà rurale
oppure urbana.
Le tre file di scene usano la tradizionale direzione di lettura in
orizzontale dal fondo a sinistra fino ad in alto a destra. Si crede che Strambi
sia stato pure l'autore dell'iscrizioni
in Latino che fanno dei commenti sulle scene.
Un'innovazione la troviamo nel
sistema uniforme delle cornici architettoniche , con pilastri dipinti che
separano le scene.
Benozzo organizza la vita del
santo in tre sezioni: nel registro inferiore dipinse l'educazione, insegnamento
e viaggi del santo. Nel registro del mezzo, la sua traiettoria fino la fede
Cristiana, e nelle lunette la culminazione del viaggio attraverso la vita.
San Agostino nacque nel 354 a Tagaste (attuale Algeria). Era
figlio di un pagano e la cristiana Monica. Il padre non ebbe delle influenze
decisive sul figlio; la madre invece sì.
Agostino consegnato
dai genitori al Maestro: Agostino inizia la scuola elementale a
Tagaste. Il professore gli fa dei complimenti in modo carino. Nella parte
destra della stessa scena, il professore punisce un alunno, intanto Agostino
studia le lettere concentrato.
L'iscrizione
ci racconta che Agostino fece tanti miglioramenti in poco tempo nella scuola
Latina di Tagaste, il Latino era l'elemento che dominava sua educazione.
Agostino ammesso nell'università di Cartagine: Le figure sono incorniciate d'un frontone classico. Nel 371 San Agostino fu ammesso nell'università di Cartagine per studiare le arti liberali. In queste due prime scene, le figure appaiono entro un'architettura dipinta prospettica tipica del primo Rinascimento, hanno grande armonia.
Santa Monica
predica per il figlio: Santa Monica, nella parte sinistra, è immersa
in una preghiera. Agostino fece il suo viaggio a Roma nel 383.
Agostino si reca
da Cartagine a Roma e Agostino sbarca in Italia accolto da un rappresentante
della setta manichea alla quale aderiva: Nello stesso affresco ci
sono entrambe scene. Agostino lascia il suo paese deluso della mitologia
fantastica, e abbandona la sua filosofia.
Agostino insegna
retorica e filosofia a Roma: Benozzo distanzia la scena dello
spettatore. Gli attrezzi e scala dei personaggi sottolineano la prospettiva
marcata dal pavimento. Le linee parallele convergono nella figura del santo. I
due ascoltatori nella sua destra, sono ripetuti a sinistra come immagini di uno
specchio, in questo modo si equilibra la composizione spaziale.
Agostino lascia Roma per Milano: In autunno di 384 Agostino lascia Roma per prendere un posto municipale come professore di retorica a Milano. La figura della destra è un autoritratto del artista. I gesti e l'espressioni facciali manifestano riserva, mentre nello stesso tempo la sua mano indica verso il viaggiatore Agostino. Sopra i pellegrini, due angeli reggono un'iscrizione con i nomi del cliente e l'artista
Agostino è
accolto dal vescovo Ambrogio e dall'imperatore Teodosio I: Arriviamo nel secondo registro. Davanti una
loggia incolonnata che ricorda la Loggia dei Lanzi fiorentina, San Agostino
apparve in diverse piccole scene contemporaneamente. Si sottolineano le scene con l'architettura:
in una, il santo si trova in piede accanto una colonna, nell'altra nel mezzo di
due.
Agostino ascolta
la predica di Ambrogio; Monica prega Ambrogio per la conversione del figlio;
Agostino e Ambrogio discutono sulla dottrina dei manichei: pure qui
le scene sono divise dall'architettura. San Ambrogio provoca finalmente la
conversione di Agostino al Cristianesimo.
Il Battesimo di
Agostino: Scena tratta dalla Legenda Aurea che ci racconta che
l'evento ebbene nel 378 e fu Ambrogio a battezzare Agostino. Dietro il
protagonista c'è anche sua madre, Santa Monica, e nel personaggio che regge le
veste è stato riconosciuto un altro ritratto del commitente. L'architettura del
battistero, con un pilastro per ognuna delle figure, enfatizza la dignità
religiosa dell'evento.
Visita dei Monachi al Monte Pisano e leggende del santo: Ci sono presenti anche alcune leggende sul santo. Una ci racconta che San Agostino, pensando sulla Trinità, incontra un bambino nella spiaggia che provava di versare l'acqua del mare con un cucchiaino. Agostino gli diceva che questo era impossibile ed il bimbo rispose che il mistero della Santa Trinità era pure qualcosa inconcepibile per la mente umana. Quindi, la scena è una metafora della fede e la ragione. In un'altra scena in fondo a destra, Agostino rende la regola del ordine degli agostini ai monaci; questa è la regola più antica di tutti gli ordini mendicanti e data del 388-389. Non ci sono prove scritte ma la tradizione orale vuole che San Agostino sia rimasto in Toscana dopo la morte di sua madre. Un'altra leggenda molto popolare racconta che San Agostino visitò i monaci eremiti del Monte Pisano, quindi suggerirebbe che questi monaci furono originati in Toscana.
Morte di Santa
Monica: Presenti Agostino ed il fratello, anche Domenico Strambi che
si trova in piede a destra del letto, questa volta ha anche delle iniziali che
lo dimostrano: FDM Paris: Frater Dominicus Magister Parisinus. Monica morì ad
Ostia, ammalata durante il viaggio. Nella parte superiore, in un limbo con
degli angeli, sua anima è portata in cielo.
Agostino
consacrato vescovo benedice il popolo di Ippona: Immagine in una delle lunette nel muro nord. A
Tagaste, Agostino donò tutti i suoi bene ai poveri e creò una comunità
monastica con la quale si trasferì ad Ippona. L'artista ci rappresenta una
bella architettura Rinascimentale con tutti i dettagli.
La disputa con
l’eretico Fortunato: Un'altro
episodio tratto dalla Leggenda Aurea, sarebbe un esempio dentro tante
conversioni che Agostino fece nella sua lotta contro l'eresia.
La visione di San Girolamo a Agostino: Sulla base
delle pitture di autori classici, diventò molto importante nel Cinquecento come
modello per maestri come Botticelli e Ghirlandaio.
I funerali di
Agostino: Agostino morì nel 430 in età di settantasei anni nella
città d' Ippona. La scena è dipinta in un'altra lunetta. La composizione è
armoniosa e Gozzoli ci mise dei bei dettagli come il tessuto sul quale giace il
santo. Nello sfondo un'architettura riconoscibile, l'Ospedale degli Innocenti
di Filippo Brunelleschi. Nella rappresentazione di Gozzoli, però, le arcate
sono appoggiate in pilastri invece di colonne.
Nei due
pilastri di accesso alla cappella ci sono rappresentati quattro santi in
ciascuno.
Pilastro nord:
Santa Monica, San Sebastiano, San Bartolus e San Gimignano. Gimignano, vescovo
di Modena, aveva protetto il castello di San Gimignano dagli attacchi d'Attila
nel 450. La piccola cittadina, che in origine si chiamava Silvio, fu richiamata
dopo questi successi.
Il culto a San
Sebastiano era stato ripreso nel Quattrocento quando s'invocò il suo aiuto per
combattere la peste. San Bartolus nacque a San Gimignano nel 1228 e prese la
lebbra. Durante 20 anni rimase nella casa dei lebbrosi a Cellole, vicino a San
Gimignano, dove morì nel 1300.
Pilastro sud:
San Niccolò da Bari, Santa Fina, San Niccolò da Tolentino e Raffaello e Tobia.
Santa Fina morì con 15 anni nel 1253. Nonostante la sua povertà, lei era molto
caritativa e aveva grande capacità di sofferenza. Apparve dipinta solo in
quest'area.
Le
rappresentazioni dell'angelo Raffaello e Tobia non appaiono fino al Quattrocento,
momento in cui diventano molto popolari. I viaggi del giovane Tobia ed il suo
guardiano Raffaello sono da questo momento una delle scene preferite nell'arte
italiana.
Il programma
Iconografico del ciclo di San Agostino è tratto di diverse fonti: 11 delle
scene dalle “Confessioni” e 4 sono anche raccontate nella Leggenda Aurea.
Questi
affreschi si fecero dopo quelli della Cappella dei Magi del Palazzo Medici. La
qualità luminosa dei colori è diventata più intensa.
Strambi non
riuscì a riformare il monastero di San Gimignano. Invece, lui aveva gli ideali
scolastici e la fede che sono stati ripresi degli osservatori dipinti nei muri.
Il ciclo pittorico mostra entrambi esortazione ed istruzione come esempio di
fede venerabile e spirito religioso. I dipinti commissionati da Strambi
esprimono buona volontà verso gli osservatori.
Per la stessa
chiesa, Benozzo fece un affresco votivo di San Sebastiano Intercessore, nel
muro dela navata sud. Questo lavoro fu dipinto durante lo scoppio della peste
del 1464. Questo vorrebbe dire che Benozzo si interruppe di dipingere la
cappella per lavorare in quest'opera. Dio Padre, circondato d'angeli che
tengono delle frecce nelle sue mani, apparve sopra la testa del santo. Maria e
Cristo sono inginocchiati come intercessori.
Benozzo dipinse
un altro affresco con lo stesso tema nell'entrata della collegiata chiesa di
Santa Maria Assunta sempre a San Gimignano. Questa volta il santo è dipinto
d'accordo con l'iconografia della tradizione italiana durante il Cinquecento.
L'opera fu commissionata dal comune nel Febbraio di 1465, sei mesi dopo
l'epidemia.
Wow ma quanto hai scritto? ;-)
RispondiEliminaMmmm troppo mi sa, non lo leggerà nessuno! :(
EliminaInvece qualcuno l'ha letto e anche trovato interessante, peccato che in certi punti si capisca poco (era meglio dirlo direttamente in castigliano)
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